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martedì 22 dicembre 2015

ELISA LAM

Elisa Lam, a student of 21 years from which they had gone missing for several days, was found dead in a water tank installed on the roof of the Cecil Hotel in Los Angeles.
His body was found by a maintenance worker after several reports by the guests of the Hotel about the flavor and color of the water.
The coroner ruled that the cause of the girl's death was "accidental and caused from drowning." It should be specified that during the autopsy found no trace of drugs or alcohol intake.
There is a surveillance video recorded 4 minutes from the lift that has captured the last moments of life of Elisa. In the video, the girl enters the elevator and after pressing all the buttons in vain expects that this move until seeing that the doors do not close, starts to behave strangely. In fact started looking around as if hiding from someone, then steps off the elevator and started gesturing as if he was talking about and then you walk away while the elevator back into operation.
In the time course after Elisa you must have found access to the roof and something must have happened to make her get on the water tank and drown in it.
It ignores however as she could have access to the roof despite the area was protected by an alarm and how she managed to get to get into the water tank and close the lid from the inside.
A further mystery to the fact it adds the outbreak of tuberculosis in the neighborhood near the hotel after the discovery of the body of the girl and the fact that the rescue kit used in these situations is called precisely LAM-ELISA !!
Naturally, the authorities have never been very clear with respect to each other and have established that the death of Elisa was accidental and that she suffered from bipolar (which still does not explain what happened).


        ELISA LAM AND THE TANKS 


Link of the video in the elevator:  http://www.youtube.com/watch?v=3TjVBpyTeZM

Il Villaggio dei doppi

In India è presente un luogo che ha una particolarità davvero singolare, sto parlando del villaggio di Kodinhi!
Naturalmente vi starete chiedendo quale possa essere questa particolarità, ebbene nel villaggio c'è la percentuale di parti gemellari più alta al mondo, infatti statisticamente nel mondo si hanno sei parti gemellari ogni mille mentre a Kodinhise ne hanno quarantadue il che rapportato ad una realtà come quella di un piccolo villaggio lo rende praticamente unico.
Un medico locale, Dott. Sribiju ha investito molto del suo tempo e delle sue forze per indagare su questo fenomeno e tramite i dati che ha ottenuto è stato in grado di affermare che non solo c'è questa alta percentuale di parti gemellari ma che è anche in aumento.





venerdì 11 settembre 2015

L'esperimento russo del sonno

La storia che sto per raccontarvi non si sa se veritiera o pura invenzione ma in ogni caso fa riflettere in quanto determinati trattamenti sono davvero stati eseguiti con conseguenze terrificanti.
Quindi godetevi pure la storia e utilizzatela come spunto per una riflessione sulle atrocità che l'umanità è capace di fare......

Alla fine degli anni 40, alcuni scienziati russi tennero svegli cinque uomini per due settimane, usando un gas sperimentale a base di stimolanti.
Le cavie furono chiuse in un ambiente chiuso ermeticamente in modo da poter controllare con precisione i loro livelli di ossigeno. Infatti, il gas, se inalato in alte concentrazioni, avrebbe potuto ucciderli. A quell’epoca non esistevano le camere a circuito chiuso, quindi le cavie vennero controllate per mezzo di alcuni microfoni e attraverso delle piccole finestrelle di vetro spesso da cui si poteva guardare dentro la camera. Nella camera c’erano libri, alcune brandine prive di coperte, acqua corrente, un bagno e abbastanza cibo essiccato da sfamare le cinque cavie per un mese.

Le cavie dell’esperimento erano prigionieri politici considerati nemici dello stato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per i primi cinque giorni andò tutto bene, le cavie non si lamentarono poiché era stato promesso loro (falsamente) che sarebbero stati liberati se si fossero sottoposti al test e non avessero dormito per trenta giorni. Le loro conversazioni e attività furono controllate e gli scienziati notarono che le cavie iniziarono a parlare d’incidenti sempre più drammatici riguardo il loro passato e che, superato il quarto giorno, il tono generale dei loro discorsi divenne sempre più triste e malinconico.
Passati cinque giorni le cavie iniziarono a rimpiangere le circostanze e gli eventi che li avevano portati a essere rinchiusi in quel posto e incominciarono a manifestare delle gravi paranoie. All’improvviso smisero di parlare tra loro e incominciarono, a turno, a sussurrare ai microfoni e attraverso le finestrelle a specchio. Stranamente, sembrava che tutte le cavie fossero convinte di poter convincere gli scienziati di essere migliori dei loro compagni, le altre persone chiuse in cattività con loro. Inizialmente, gli scienziati supposero che fosse un effetto collaterale del gas…
Dopo nove giorni uno di loro incominciò a urlare. Corse per la camera continuando a urlare a squarciagola per tre ore di fila; quando non fu più in grado di urlare continuò a emettere sporadici rumori gutturali. Gli scienziati ipotizzarono che si fosse lacerato le corde vocali. La cosa più sorprendente di questo episodio fu vedere come reagirono le altre cavie… o meglio come non reagirono. Infatti, continuarono a bisbigliare ai microfoni finché un altro prigioniero incominciò a urlare. Le due cavie che rimasero in silenzio presero i libri e li imbrattarono, pagina dopo pagina, con le loro feci per poi, tranquillamente, attaccarle sopra le finestrelle. Le urla cessarono immediatamente.
Anche i sussurri ai microfoni cessarono.
Passarono altri tre giorni. Gli scienziati controllavano periodicamente che i microfoni funzionassero ancora, perché ritenevano fosse impossibile che non provenisse più nessun suono dalla camera. Tuttavia, il consumo di ossigeno indicava che tutti e cinque i soggetti erano ancora vivi. Per la precisione, consumavano un alto livello di ossigeno come se fossero sotto sforzo.
La mattina del quattordicesimo giorno, gli scienziati fecero una cosa che, secondo il protocollo, non avrebbero dovuto fare, sperando di ottenere una qualche reazione da parte delle cavie. Usarono l’interfono installato dentro la camera per mandare un messaggio ai prigionieri. Temevano che fossero morti o in coma.
Gli scienziati annunciarono: “Apriremo la camera per riparare i microfoni. Allontanatevi dalle porte e sdraiatevi supini a terra o vi spareremo. Se collaborerete, uno di voi sarà liberato immediatamente.”
Con stupore, gli scienziati udirono una singola frase in risposta, pronunciata con voce calma: “Non vogliamo più essere liberati.”
Dopo questo fatto si aprì un’aspra discussione fra gli scienziati e il corpo militare che finanziava la ricerca. Alla fine, visto che non riuscivano ad ottenere ulteriori risposte usando l’interfono, decisero di aprire la camera a mezzanotte del quindicesimo giorno.
La camera fu liberata dal gas stimolante e riempita con aria fresca e immediatamente, dai microfoni, delle voci incominciarono a lamentarsi. Tre di loro si misero a supplicare che il gas fosse riacceso, come se fosse in gioco la vita dei loro stessi cari. La camera fu aperta e dei soldati furono mandati a recuperare le cavie dell’esperimento. Questi incominciarono a urlare più forte che mai e lo stesso fecero i soldati, quando videro cosa c’era nella camera. Quattro delle cinque cavie erano ancora vive… a patto che qualcuno possa definire “vivente” lo stato in cui si trovavano quelle persone.
Le razioni di cibo degli ultimi cinque giorni non erano state toccate. Pezzi di carne provenienti dalle cosce e dal torace della cavia deceduta erano stati infilati nel tubo di scarico posto al centro della camera, in modo da bloccare la fognatura e dieci centimetri d’acqua avevano ricoperto il pavimento. Non fu mai determinato con certezza quanto di quel liquido fosse effettivamente acqua e quanto fosse sangue. I quattro sopravvissuti all’esperimento avevano grosse porzioni di muscoli strappate dai loro corpi. Lo stato della carne e le ossa esposte sulle loro dita indicarono che le ferite erano state inflitte a mano nuda, e non con i denti come inizialmente si era pensato. Dopo un più attento esame dell’angolazione delle ferite si scoprì che la maggior parte, se non tutte le ferite erano state auto-inflitte.
Gli organi addominali che si trovano sotto la cassa toracica di tutte e quattro le cavie erano stati rimossi. Mentre il cuore, i polmoni e il diaframma erano ancora al loro posto, la pelle e la maggior parte dei muscoli attaccati alle costole erano stati strappati via, esponendo le ossa della cassa toracica. Tutte le vene e gli organi erano rimasti intatti, le cavie li avevano semplicemente tirati fuori dal proprio corpo e li avevano disposti a terra, aperti a ventaglio ma ancora funzionanti. Il tratto digestivo di tutti e quattro fu visto lavorare, digerire cibo. In un attimo fu chiaro che quello che stavano digerendo era la loro stessa carne che si erano strappati e mangiati durante gli ultimi giorni.
La maggioranza dei soldati faceva parte del corpo speciale della struttura, ma nonostante ciò si rifiutarono di tornare nella camera per prelevare i prigionieri. Questi continuavano a gridare di essere lasciati nella camera e a pregare affinché il gas fosse riacceso, dicendo che avevano paura di addormentarsi…
Con grande sorpresa di tutti, le cavie opposero una fiera resistenza nel momento in cui i soldati cercarono di farli uscire dalla camera. Uno dei soldati russi morì con la gola squarciata, mentre un altro rimase gravemente ferito quando i suoi testicoli furono strappati via e un’arteria della sua gamba fu lacerata dai denti di uno dei prigionieri. In tutto furono cinque i soldati che persero la vita, se si conta quelli che commisero suicidio nelle settimane seguenti a quella vicenda.
Durante la lotta, a una delle quattro cavie sopravvissute si perforò la milza e incominciò a sanguinare copiosamente. Il corpo medico provò a sedarlo ma si dimostrò impossibile. Gli fu iniettato un quantitativo di morfina dieci volte superiore alla normale dose per gli essere umani, e quello ancora si dimenava come un animale impazzito, riuscendo a rompere una costola e il braccio di uno dei dottori. Anche se ormai nel suo sistema vascolare era rimasta più aria che sangue, il suo cuore continuò a battere per altri due minuti. Anche quando il cuore si fermò, la cavia continuò per altri tre minuti a urlare e agitarsi, attaccando chiunque si trovasse a tiro e ripetendo la parola “ANCORA” all'infinito, sempre più debolmente, finché finalmente non rimase in silenzio.
I tre prigionieri rimanenti erano gravemente feriti e furono trasportati nel centro medico. I due con le corde vocali intatte continuarono a implorare di riavere il gas e di mantenerli svegli… Quello messo peggio fu portato nell'unica sala operatoria che la struttura aveva a disposizione. Mentre procedevano a rimettere gli organi all'interno del corpo, i medici scoprirono che la cavia era immune ai sedativi che gli avevano somministrato prima dell’operazione. Quando gli avvicinarono alla bocca la mascherina con il gas anestetico per addormentarlo, il prigioniero lottò per liberarsi dalle cinghie che lo imprigionavano. Nonostante ci fosse un soldato di novanta chili che gli bloccava i polsi, la cavia riuscì a strappare quasi completamente le cinghie di pelle che aveva attorno alle braccia. Ci volle una dose di anestetico leggermente superiore al normale per addormentarlo e, nello stesso istante in cui le sue palpebre calarono e si chiusero, il suo cuore smise di battere.
Il secondo che fu portato in sala operatoria era la prima cavia che si era messa a urlare. Le sue corde vocali erano distrutte e quindi era incapace di supplicare o impedire l’operazione. Quando avvicinarono la mascherina con il gas anestetico alla bocca, la sua unica reazione fu di scuotere violentemente la testa, in segno di disapprovazione. Qualcuno, con riluttanza, suggerì che si procedesse all’operazione senza l’utilizzo di anestetici e la cavia fece cenno di sì. La procedura andò avanti per sei ore e i medici rimisero a posto i suoi organi addominali e cercarono di coprirli con quello che rimaneva della sua pelle. Il capo chirurgo ripeté varie volte che era possibile, dal punto di vista medico, che il paziente sopravvivesse. Un’infermiera terrorizzata che assistette all’operazione, dichiarò vi aver visto la bocca del paziente curvarsi in un sorriso ogni volta che lo guardava negli occhi.
Quando finì l’operazione, la cavia guardò il chirurgo e iniziò a rantolare, sforzandosi di parlare. Credendo che si trattasse di qualcosa di grande importanza, il chirurgo si fece procurare un foglio e una penna in modo che il paziente potesse scrivere il suo messaggio. Scrisse semplicemente: “Continuate a tagliare”.
L’ultimo prigioniero subì lo stesso intervento, sempre senza anestetici, anche se gli fu iniettato un paralitico. Il chirurgo aveva trovato impossibile procedere altrimenti con l’operazione perché il paziente continuava a ridere. Una volta che fu paralizzato, la cavia poté solo seguire con gli occhi i movimenti dei medici attorno a lui. Tuttavia l’effetto del paralitico si esaurì dopo pochissimo tempo e subito la cavia riprese a dimenarsi e a chiedere del gas stimolante. Gli scienziati provarono a chiedergli perché si fosse inferto quelle ferite e perché continuasse a chiedere del gas.
L’unica risposta che ottennero fu: “Dovevo rimanere sveglio.”
In seguito, i due prigionieri sopravvissuti furono legati e rimessi dentro la camera, nell’attesa che fosse deciso cosa farne di loro. Gli scienziati dovettero subire l’ira dei loro “militari benefattori” per non avere raggiunto i risultati che gli erano stati richiesti e proposero di praticare l’eutanasia sui prigionieri sopravvissuti. Tuttavia, l’ufficiale in comando, un ex-KGB, vide del potenziale in quell’esperimento e disse di voler vedere cosa sarebbe accaduto se avessero riacceso l’emissione di gas. Gli scienziati si opposero con violenza, ma furono scavalcati.
Prima che la camera fosse nuovamente sigillata, le cavie furono collegate a un elettroencefalogramma e legate con cinghie imbottite di contenimento. Dopo che il primo prigioniero fu attaccato al macchinario, gli scienziati osservarono con sorpresa le sue onde cerebrali. Si mantenevano su livelli normali per la maggior parte del tempo, per poi precipitare inspiegabilmente. Sembrava che il cervello della cavia soffrisse ripetutamente di morte cerebrale, prima di ritornare all’attività normale.
L’altra cavia, quella che poteva ancora parlare, iniziò a urlare di sigillare immediatamente la camera. Le sue onde cerebrali mostravano le stesse linee anomale dell’altro prigioniero. L’ufficiale diede l’ordine di chiudere all’istante la camera, anche se dentro vi erano ancora tre degli scienziati. Uno di essi tirò fuori una pistola e sparò un colpo proprio in mezzo agli occhi del comandante, prima che riuscisse a chiudere la porta. Poi indirizzò l’arma verso la cavia muta e gli fece saltare le cervella.
Poi puntò la pistola contro l’ultima cavia sopravvissuta che era legata al lettino, mentre gli altri scienziati fuggivano dalla camera. “Non rimarrò chiuso qui dentro con quegl’esseri! Non con te!” urlò lo scienziato. “COSA SIETE IN REALTÀ?” domandò. “Devo saperlo!”.
La cavia sorrise.
“L’avete dimenticato così facilmente?” rispose la cavia. “Noi siamo voi. Noi siamo la pazzia che si annida dentro tutti voi, pregando ogni momento di essere liberata dal vostro inconscio più selvaggio. Noi siamo quello da cui vi nascondete la notte, quando andate a letto. Noi siamo quello che riducete al silenzio e alla paralisi, ogni volta che vi rifugiate in quel sonno che noi non possiamo calpestare.”Lo scienziato lo osservò per qualche secondo, immobile. Poi mirò al cuore della cavia e fece fuoco.
Mentre la linea dell’elettroencefalogramma diventava piatta, la cavia, con voce strozzata, disse: “ero… quasi… libero…

Ora ripeto non ci sono prove sulle veridicità della storia, anche se personalmente l'ho apprezzata.

domenica 6 settembre 2015

L'uomo angosciato

Il titolo di questo articolo si riferisce ad un quadro al quale è stato dato questo nome che si dice sia stato dipinto da un pittore pazzo che mischio addirittura il suo sangue alla pittura.
Questo inquietante dipinto rimase chiuso per più di 25 anni nella soffitta della nonna di Sean Robinson, l’attuale proprietario.
La donna affermava che la tela era una rappresentazione del Male. Raccontava che, quando aveva il quadro in casa, si udivano voci macabre e pianti provenire dalla cantina e dal soggiorno dove il quadro era appeso e la figura di un uomo appariva in varie zone della casa.
Alla morte della donna il nipote, Sean Robinson, ereditò il quadro, lo appese in casa sua ed i fenomeni ripresero.
Sean racconta che sua moglie sentiva spesso qualcosa accarezzarle i capelli, suo figlio ebbe uno strano incidente che lo portò a cadere dalle scale e si potevano udire per tutta la casa dei pianti e dei lamenti.
Inoltre la figura dell’uomo era tornata e si aggirava per la casa di Sean.
L’uomo, per documentare gli avvenimenti, decise di fare alcuni video che poi caricò su youtube.

Ad oggi il quadro si trova ancora in casa di Sean, nel suo scantinato. L’uomo non sembra intenzionato a liberarsene.

Ecco il link di alcuni video:



FOTO DEL QUADRO

venerdì 4 settembre 2015

AZZURRINA (ENG)

A subject that is often mentioned is that of the spirit of "Azzurrina" wandering in the castle of Montebello Torriana (a city in the Emilia Romagna).
Legend has it that it was an albino girl born around 1370 named Gwendolyn whose father was a landowner in the area.
Of course the fact that it was an albino was a problem, because at times the superstition linked albinism facts of evil nature, and then the mother regularly arranged to dye her hair black.
These continuous dyeing of natural pigments combined with the inability of albino hair to retain color pigments gave the latter reflex blue as the color of the eyes of a child, in fact, the nickname "AZZURRINA" derived from this peculiarity.
The father of the little to protect her from popular rumors he decided not to do it ever leaving your home and check it constantly by two guards.
The June 21, 1375 while a storm raged outside the child was in the castle in the company of two guards when the ball of rags with which he was playing fell from the stairs that gave the ice underground. The little girl got out to take it and after a while they heard a scream coming from the ice, even though they were immediately noticed in the room through the only entrance they found no trace of the child will do the rag ball with which he was playing. It is said also that the storm would end with the death of the child.
Every 5 years during the Summer Solstice the ghost of the little girl back in the castle and you hear moaning and crying.
Since 1889 (the year in which the castle of Montebello was inserted between the Italian National Monuments) several teams of researchers have analyzed and recorded the alleged weeping of a child and still are guided tours of the castle and in times day and night.
During these visits will go into a room known to contain a table Islamic and guides recount that very often even before you enter the room a lot of people experience a room feeling and in some cases even fainting.
These reactions are related to the presence of the board that is said to give off a strong negative energy.
In 2003 it was made more recordings in which you can clearly hear a heartbeat, according to experts due to a child of about 5.4 years, and a cry to end recording.
I'd still like to specify that there are no historical records about the real existence of this child in the past but in my opinion is still a mysterious history enriched by the presence of these recordings.

Picture of AZZURRINA

giovedì 3 settembre 2015

YETI OUR RELATIVES OR A GREAT LEGEND?

Another mysterious being that ever there were real evidence is the Yeti or Abominable Snowman.
Everything starts from the moment European climbers wanted to grapple with mountains of Nepal.
On their return the climbers reported news of the sighting of huge bipedal beings encountered during expeditions.
In 1951 two British climbers, Eric Shipton and Michael Ward, found about six thousand meters of altitude fingerprints for more than a kilometer which were remarkably similar to human if they were almost 50 cm long and 30 wide.
A real witnesses of a much more recent similar case has provided the 'explorer Italian Elena Bordoni who claims to have seen a series of giant footprints the July 8, 1995 at a point of Mount Everest where no one went for about 4 years.
Over the years, as well as fingerprints and evidence they were found some anatomical findings that would give more credibility to the existence of the yeti.
Of course about the authenticity of these findings there were many doubts and in a particular case is a blatant forgery was discovered: it is a discovery of a coat of yeti that tests have turned out to be a foot of snow leopard counterfeit.
This mystery is intended to last for a very long time in my opinion and maybe rightly so, because only the curiosity pushes man in search of the new and ongoing development testing himself and defying his chances forever.
I add that this continuous research and improvement must be made in respect of our planet CONSTANTLY that  will never stop giving us emotions.



 PHOTO OF A SUPPOSED SIGHTING
FOOTPRINT IN THE SNOW 

ZOMBIE: THE REAL ORIGIN

A subject that has always caused quite a stir is the one regarding the so-called living dead or zombies.
You certainly hackneyed argument I say! But I would still spend this post about it since this phenomenon has roots, according to my humble opinion, fascinating.
Let's start talking about the myth of the zombie classic "born" in a most different, in fact, the causes of the formation of a zombie second film and literature are manifold and range from viruses and chemical attacks to religious motivations.
The common element in all these stories is the presence of dead bodies brought back to a kind of life and guided only by the instinct to feed on human flesh.
However, what many ignore is that these stories have been inspired by events and oldest stories concerning the Voodoo religion.
According to Voodoo sorcerers body has two souls nicknamed the little good angel (you bon ange) and the great good angel (gros bon ange). While the first guide the character of the people and the second is a kind of life force that will disappear with the death.
According to these sorcerers status zombification of a person you are when one of the two souls is captured by a sorcerer and depending regard to the soul that is captured is nicknamed the zombie astral or jarnin (The latter type is the typical zombie movie ).
In fact it turned out that the process of zombification by these sorcerers is not caused by dark magic but by the simple and wise administration by those of a toxin from the livers of puffer fish, the tetrodotoxin.
This venom causes a kind of suspended animation in the subject to which it is administered which remains conscious and then undergoes the shock of attending his own funeral after which the sorcerer dissotterrerà and administer an antidote after a ceremony.
The people who suffered this fate remained so impressed that from happening were convinced that they had been brought back to life and made slaves of those who had made them "resurrect".
Still the law number 249 of the Criminal Code of Haiti specifies that: "will be considered murder against the use of substances that a person without causing actual death, produce coma lethargic. If following such apparent death the person will be buried, the fact It will be considered murder. "
Another curiosity is the presence of zombies in the animal kingdom this time caused not by character but by a parasitic fungus present in the Brazilian rainforests (the Ophiocordyceps) which penetrates into the body of insects (primarily ants) through breathing and once it reached the brain takes over pushing the insect to move to a perfect place to its growth and then eventually cause death.
AN ANT ON THE HEAD THAT COME OUT THE PARASITE
Arachnid SUFFERS FROM PARASITE